Regione Lombardia, investimenti in ricerca e innovazione

La Regione Lombardia è in prima linea per favorire lo sviluppo delle imprese del territorio e l’attrazione degli investimenti

 L’impegno della giunta regionale lombarda a favore di imprese, start up e atenei: abbiamo intervistato Alessandro Fermi, assessore all’Università, ricerca e innovazione della Regione Lombardia.

A fine 2023, la Giunta regionale ha approvato su sua proposta il Programma strategico triennale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico 2024/26. Quali sono gli obiettivi di questo documento?

«Innanzitutto, questo assessorato ha avuto fin dall’inizio l’obiettivo di far passare un messaggio molto chiaro: la ricerca e l’innovazione in Lombardia sono due tratti distintivi particolarmente sviluppati, che il nostro territorio ha nel suo Dna. Siamo infatti da sempre i più bravi a trovare soluzioni, a portare avanti sviluppo, progetti, capacità di usare la testa e anche le mani.

Negli anni, l’Italia non è mai stata particolarmente generosa rispetto ai fondi destinati alla ricerca e all’innovazione. Non siamo stati fanalino di coda dell’Europa, ma non abbiamo certamente brillato. Dobbiamo, quindi, invertire la rotta, sfruttando quelle caratteristiche che per mille ragioni abbiamo come nostri tratti peculiari.

Nel Programma strategico triennale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico l’obiettivo principale era quello di raccogliere il maggior numero di risorse possibile e devo dire che ci siamo riusciti: alla fine, le risorse attivate per il triennio 2024/2026 ammontano a quasi un miliardo e mezzo di euro. Si tratta di fondi europei, ma anche nazionali, regionali e privati.

Il secondo obiettivo è quello di spendere bene le risorse, in modo che possano favorire la competitività del sistema economico e produttivo, la crescita del capitale umano e lo sviluppo sostenibile: saranno tanto più utili quanto più riusciranno a essere moltiplicatrici di se stesse, ossia capaci di creare un volano importante. Nel corso di questi tre anni sono previste 30 iniziative in collaborazione con gli enti del sistema regionale».

Tra queste iniziative c’è il bando “Ricerca e Innova”. Quali sono le opportunità che si sono aperte grazie a questo bando per le Pmi lombarde?

«È un bando che abbiamo riproposto cambiando le modalità. Abbiamo infatti abolito il sistema a sportello che premiava chi caricava più velocemente le domande, preferendo lo studio e l’esame approfondito dei progetti che arriveranno.

La seconda finestra del bando, che si è chiusa il 2 febbraio, è indirizzata alle piccole e medie imprese e riguarda quattro ambiti: Manifattura Avanzata, Connettività e Informazione, Smart Mobility e Architecture, Cultura e Conoscenza. Sulla prima finestra sono state ammesse 50 domande, per un valore complessivo di 22 milioni di euro.

Ci aspettiamo anche dalla seconda finestra la stessa partecipazione. “Ricerca e Innova” prevede la concessione di un’agevolazione mista, composta in parte da un finanziamento agevolato (tasso 0,5 per cento) e in parte da contributi a fondo perduto (in conto capitale), che può arrivare a coprire l’80 per cento delle spese ammissibili, fino a un massimo di 800mila euro.

I progetti presentati devono avere un valore minimo di 80mila euro e prevedere una durata massima di 18 mesi. Il 70 per cento dell’agevolazione è a finanziamento, il 10 per cento a contributo. La quota di contributo è incrementata fino al 20 per cento per i progetti green, cioè che concorrono agli obiettivi del Green Deal europeo. Altre premialità sono riservate alla presenza di giovani e donne nella compagine societaria e all’appartenenza ai cluster tecnologici lombardi».

LOMBARDIA ECONOMY - Lombardia, investimenti innovazione

Quali iniziative sono previste per le start up?

«Insieme all’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi e in collaborazione con Confindustria stiamo ragionando su due misure. La prima riguarda il supporto nei confronti di start up innovative che possono attraversare la cosiddetta fase Valley of Death, in cui, per ragioni prevalentemente di carattere economico, solo una parte minoritaria delle idee elaborate, riesce ad agganciare il mercato.

La seconda misura vuole creare un collegamento tra le start up innovative e le imprese. Ci sono infatti imprese che hanno difficoltà a innovarsi e che trarrebbero utilità dall’ospitare nei propri spazi una start up innovativa collegata al settore di riferimento. In questo modo, alla start up verrebbe consentito di agganciare il mercato e l’impresa ospitante avrebbe l’opportunità di sviluppare la propria produzione in senso innovativo».

Qual è il grado di sviluppo raggiunto ad oggi da MIND, l’hub scientifico sorto nell’ex area dell’Expo?

«Lo sviluppo della parte pubblica sta andando avanti molto bene, anche oltre le aspettative. Abbiamo la grande occasione di portare all’interno di MIND il campus scientifico dell’Università Statale di Milano. Nascerà un progetto legato agli ITS, mentre è già presente l’Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio.

Il lavoro da fare adesso è sulla parte privata, in quanto le capacità attrattive di MIND sono particolarmente forti. Come polo scientifico-tecnologico, sarà un punto di riferimento a livello europeo e internazionale: tra circa 7 anni, quando sarà pienamente operativo, vi lavoreranno e vi vivranno 60mila persone, delle quali oltre mille saranno ricercatori e ricercatrici, per un investimento complessivo di circa 4 miliardi e mezzo di euro. Una vera e propria città nella città».

 

Nella sua newsletter ha annunciato che per tutto il 2024 proseguirà il suo tour attraverso le università lombarde. In cosa consiste questa iniziativa?

«Noi abbiamo in Lombardia un sistema universitario straordinario e nello stesso tempo abbiamo la necessità di sostenere il più possibile questo fiore all’occhiello. Visitare i vari atenei e confrontarmi direttamente con docenti e studenti, mi dà la possibilità di capirne le esigenze e le particolarità.

Per sostenere il sistema universitario lombardo, stiamo pensando di mettere a disposizione delle risorse del Fesr, a gravare sugli anni 2025-2026-2027, quindi in coda ai finanziamenti del Pnrr. L’obiettivo è di rendere i nostri atenei ancora più attrattivi, potenziando gli investimenti in tecnologie di laboratorio e in strumentazioni».

Leggi altre storie di copertina

condividi su:

Immagine di La redazione
La redazione

Leggi anche

Vuoi ricevere le nostre ultime news? Iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato

ARTICOLI PIÙ LETTI
ULTIMI ARTICOLI