In Capozi crediamo al fattore umano

Capozi da sempre è in prima linea per ridurre l’impatto inquinante del trasporto pesante può contare da cinque anni sul manager Christian Castellani, che abbiamo intervistato

Capozi Autotrasporti è stata fondata nel 1957 da Armando Capozi come impresa di trasporto di frutta e ortaggi, si è trasformata in società di capitali nel 1987 con la collaborazione dei figli Alessandro, Filippo e Francesco. L’imprenditore romano, da tempo trasferito a Milano, aveva messo in piedi un trasporto regolare dal mercato ortofrutticolo della città, dando vita alla sua attività in un edificio posto nelle sue immediate vicinanze.

Nel 1957 intuì che l’apertura del primo supermercato italiano, avvenuta quell’anno proprio nella città lombarda, avrebbe aperto di lì a poco una nuova strada per il commercio al dettaglio: il vero business consisteva infatti nel lavorare per conto della Grande Distribuzione Organizzata, che richiedeva servizi di trasporto efficienti a carico completo.

L’azienda ha ampliato nel corso degli anni la propria presenza sul territorio, con collegamenti che raggiungono Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e parte del Triveneto. Il suo parco veicolare conta su oltre 150 veicoli – tra motrici e trattori – e 300 semirimorchi, l’80 per cento dei quali è equipaggiato con impianto frigorifero di ultima generazione, anche a doppia temperatura.

LOMBARDIA ECONOMY - In Capozi crediamo al fattore umanoCastellani, come nasce Capozi Autotrasporti e come si evolve negli anni?

«Al pari di tante aziende del settore, Capozi Autotrasporti ha seguito l’evoluzione dell’autotrasporto moderno, ma soprattutto ha sposato la causa della Grande Distribuzione Organizzata. Come ogni settore dell’autotrasporto, dotato di specifiche peculiarità ed esigenze, Capozi Autotrasporti si è specializzata nel settore della GDO, con particolare riferimento al comparto alimentare: carica generi alimentari di origine italiana presso primarie aziende produttrici e li consegna presso le piattaforme della grande distribuzione, i cosiddetti CEDI, dove vengono a loro volta distribuiti presso i piccoli, medi e grandi supermercati.

Seguendo le dinamiche del mercato, negli ultimi anni il settore del trasporto nella GDO si è affacciato verso il delivery, la consegna direttamente a domicilio dei prodotti alimentari.

Un’abitudine, quella della consegna a casa della spesa, spinta molto in avanti in seguito ai vari lockdown che si sono succeduti durante la pandemia da Covid-19.

Guardando quelle che erano le nuove esigenze del mercato, ci siamo fatti trovare pronti e abbiamo creato delle strutture logistiche di delivery, che sono specializzate nella consegna del cosiddetto “ultimo miglio”: furgoncini che dalle piattaforme dei supermercati o dei corrieri consegnano spese o pacchi nelle abitazioni».

Le aziende di trasporto devono fare i conti ogni giorno con i costi sempre variabili dei carburanti. Come agisce Capozi in merito all’obiettivo dell’efficienza aziendale?

«Sebbene la situazione contingente non sia favorevole, si cerca sempre di ottimizzare i costi fissi e quelli variabili. Per esempio, investendo in innovazione e in particolare nell’acquisto di mezzi tecnologicamente più avanzati.

Mezzi efficienti permettono di ottimizzare i processi produttivi e di ridurre i costi dei consumi, oltre che naturalmente di generare indiscussi benefici sull’ambiente. Obiettivo non dichiarato di qualsiasi realtà di trasporto è la riduzione dei viaggi a vuoto, ossia quando il mezzo, per andare a caricare o dopo aver scaricato, percorre delle tratte senza merci a bordo.

In questo aspetto è prezioso il lavoro della nostra control room, un ufficio traffico che opera h24 per garantire presenza e risposte alle necessità del cliente e attraverso il quale razionalizziamo il flusso di lavoro, rendendo meno impattanti certi costi rispetto alla redditività dell’azienda. Naturalmente l’innovazione è un fattore imprescindibile e quindi l’azienda si è dotata di tutti gli strumenti oggi a disposizione per poter essere in linea con le esigenze del mercato.

Detto questo, la presenza umana rimane imprescindibile, crea rapporto e delinea la strada da percorrere nei rapporti con il cliente e nei rapporti all’interno del gruppo di lavoro. In Capozi crediamo molto al fattore umano: dal dirigente all’operaio, tutti sono trattati come membri di una grande famiglia. La proprietà conosce ciascuno per nome e conosce di ciascuno la situazione familiare. Questo stimola a fare bene e a contribuire a una causa comune».

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Quali sono i progetti dell’azienda nel campo della sostenibilità ambientale?

«Nel recente passato l’azienda ha adottato scelte e operato investimenti che guardano sicuramente a questo tema. Per esempio, nel 2017 è stato avviato il processo di sostituzione dei mezzi diesel in mezzi che utilizzano il gas naturale liquido: una scelta coraggiosa, in favore di una nuova tecnologia che ancora presenta alcune incognite a livello tecnico, ma che permette di guardare anche al tema della sostenibilità ambientale.

Siamo oggi giunti a una conversione del parco veicoli di oltre il 60 per cento, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente tale percentuale. I mezzi stanno infatti rispondendo bene e ci permettono di guardare con ottimismo agli obiettivi di decarbonizzazione che andremo a porci nel breve periodo.

I recenti sbalzi del prezzo del gas hanno fatto vacillare non poco le aziende che come noi hanno optato per questa soluzione, ma la strada è tracciata: oggi il dato del prezzo della molecola sta ritornando a livelli adeguati e questo permette di guardare con ottimismo al futuro e di poter considerare la nostra scelta come un impulso importate al contenimento dei costi.

Abbiamo creduto e crediamo fortemente in questa scelta, al punto che ci siamo dotati di una stazione di rifornimento, con sede a Recetto, in provincia di Novara, che rifornisce di Gnl e BioGnl i nostri veicoli, ma anche quelli degli autotrasportatori che come noi hanno deciso di avviare questo processo.

L’obiettivo è di aprire a breve un secondo impianto in Toscana. Stiamo inoltre valutando di affiancare al Gnl e al Cng (Gas naturale compresso), per i mezzi leggeri, anche l’innovativo Hvo, in italiano olio vegetale idrotrattato. Si tratta di un’alternativa biologica al diesel, prodotto mediante la lavorazione di lipidi di scarto rinnovabili (come olio vegetale, sego o olio da cucina usato, tutti costituiti da idrocarburi paraffinici).

Abbiamo infine deciso di inserire nel nostro parco mezzi delle autobotti criogeniche con cui carichiamo il Gnl da punti di approvvigionamento collocati in Francia e nella città di Ravenna.

Siamo in grado di operare anche in conto terzi, mettendo a disposizione l’esperienza maturata in questi primi cinque anni del settore.

Oggi possiamo garantire una migliore gestione degli approvvigionamenti e maggiori garanzie alla clientela, in particolare in momenti di difficoltà come quelli che possono verificarsi in occasione di scioperi, quando è necessaria una certa flessibilità di azione nei terminali di carico.

L’azienda ha avviato una fase in cui classificare i passi compiuti, valutare i passi da fare e darsi un piano di sviluppo, in linea con i dettami della normativa comunitaria in materia. È in questa direzione che abbiamo avviato un percorso che ci porterà nel 2025 al nostro primo rendiconto di sostenibilità, un passaggio al momento su base volontaria per aziende delle nostre dimensioni, ma sul quale crediamo molto e che ci aiuterà a toccare ancora più da vicino i temi della sostenibilità, valorizzando quanto fatto e permettendoci di tracciare una rotta.

Questo fondamentale percorso, sia dal punto di vista etico che da quello economico-finanziario, partirà con il calcolo della carbon footprint, necessaria per monitorare l’impatto ambientale delle nostre attività e per darci degli obiettivi a breve, medio e lungo termine».

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Christian Castellani

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