Agenti FNAARC: dalla deducibilità auto ferma al 1986 agli incentivi green mancati, la mobilità non sostenibile per gli agenti di commercio
Gli incentivi green previsti a settembre rappresentano un’altra occasione mancata per sostenere la mobilità degli agenti di commercio. Lo rileva Agenti FNAARC, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio aderente a Confcommercio. La misura, infatti, include per le microimprese gli autoveicoli N1 e N2 – ovvero gli autoveicoli prevalentemente per trasporto merci – ma esclude le auto utilizzate dalla stragrande maggioranza degli agenti per svolgere la propria attività di microimpresa, trasportando i propri prodotti – vale a dire cataloghi, campionari e materiali per la promozione delle vendite – al pari di altre aziende.
“Già siamo penalizzati da una fiscalità non adeguata ai prezzi attuali delle autovetture – dichiara Alberto Petranzan, presidente Agenti FNAARC – essere stati praticamente esclusi dagli incentivi per le auto elettriche non ci fa piacere e significa nuovamente penalizzare lo sviluppo di una categoria che utilizza l’autovettura come strumento di lavoro principale”.
Gli agenti rappresentano il motore di sviluppo delle piccole medie imprese italiane: sono circa 210.000 e percorrono mediamente 60.000 km all’anno per promuovere i prodotti e i servizi delle aziende che rappresentano. Molte aziende senza agenti non riuscirebbero a vendere i propri prodotti.
“Anche quest’anno – prosegue Petranzan – abbiamo avviato un’azione di sensibilizzazione verso il Governo per risolvere un problema annoso per la nostra categoria, che ormai non ha bisogno di troppe argomentazioni: l’adeguamento del tetto di deducibilità dell’auto, fermo dal 1986, e corrispondente a 25.822 euro. Eppure, solo negli ultimi 20 anni, i prezzi delle autovetture sono aumentati del 44 per cento. Quest’inadeguatezza fiscale ai valori di mercato delle auto costringe gli agenti a cambiare auto con minore frequenza, contribuendo ad aggravare la crisi di un settore in recessione (previsione mercato auto 2025: -6,6 per cento). Ci auguriamo che la politica accolga finalmente la nostra giusta istanza”