Export lombardo a due velocità

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Nel secondo trimestre 2025 l’interscambio con l’estero mostra andamenti divergenti: Bergamo registra un incremento delle esportazioni (+4,5%), mentre Brescia accusa una flessione (-0,6%) dovuta al calo della domanda nei mercati tradizionali

Il secondo trimestre 2025 evidenzia dinamiche contrastanti per due importanti province lombarde, Bergamo e Brescia, entrambe protagoniste del Made in Italy manifatturiero. I dati elaborati da ISTAT e dal Centro Studi di Confindustria Brescia mettono in luce un quadro a due velocità, in cui le esportazioni bergamasche crescono con decisione, mentre quelle bresciane si trovano a fare i conti con un contesto più sfidante.

Bergamo: saldo commerciale in crescita e traino extra-UE

Nel periodo aprile-giugno 2025, Bergamo registra esportazioni per 5.602 milioni di euro, in aumento del +4,5% su base annua, in linea con la media lombarda (+4,5%) e superiore al dato nazionale (+1,1%). Le importazioni, invece, si fermano a 3.392 milioni (-4,3% tendenziale, contro +1,3% in Lombardia e +2,9% in Italia).
Il saldo trimestrale della bilancia commerciale provinciale è positivo per 2.210 milioni, in crescita rispetto ai 1.819 milioni del secondo trimestre 2024.

Fra i settori trainanti dell’export bergamasco si distinguono i macchinari (1.284 milioni, +2,3%), i prodotti chimici (819 milioni, -1,8%), i metalli di base (737 milioni, +2,1%), i mezzi di trasporto (562 milioni, +2,6%) e la gomma e materie plastiche (476 milioni, -3,4%). Molto positivo l’andamento del comparto alimentare (365 milioni, +10,7%), mentre soffrono tessile e abbigliamento (243 milioni, -3,1%).
Sul fronte geografico, a una sostanziale tenuta dell’area UE (-0,4%) si contrappone il forte incremento verso i Paesi extra-UE (+11,1%), in particolare europei non UE e Medio Oriente. Le flessioni più rilevanti riguardano America settentrionale e America centro-meridionale.

Tra i principali partner commerciali, Bergamo vede crescere gli scambi con Germania (+2,5%), Svizzera (+102,3%), Regno Unito (+9,0%), Paesi Bassi (+5,7%) e Cina (+17,5%), mentre calano quelli con Francia (-3,1%), Stati Uniti (-2,5%), Spagna (-3,8%), Polonia (-5,1%) e Austria (-6,6%).

Brescia: export in flessione e saldo ai minimi dal 2020

Diverso il quadro per Brescia, dove tra aprile e giugno 2025 le esportazioni si attestano a 5.305 milioni di euro, in calo dello -0,6% sull’anno precedente. Nei primi sei mesi del 2025 l’export complessivo raggiunge 10.382 milioni, con una lieve contrazione (-0,2%) rispetto al 2024, mentre il saldo commerciale scende a 3.898 milioni, il valore più basso dal 2020.

Le importazioni bresciane crescono: 3.313 milioni nel trimestre (+3,2%) e 6.483 milioni nel semestre (+4,8%). L’andamento provinciale si colloca così in controtendenza rispetto ai numeri positivi di Lombardia (+2,8% nel semestre) e Italia (+2,1%).

I mercati tradizionali penalizzano le imprese bresciane: calano le esportazioni verso Germania (-0,7%), Francia (-1,6%), Spagna (-1,6%) e soprattutto Stati Uniti (-5,0% nel semestre; -4,4% nel trimestre), anche a causa del rafforzamento dell’euro sul dollaro (+7,7% tendenziale), che riduce la competitività dei prodotti italiani. Si distinguono in positivo il Regno Unito (+14,6%) e l’India (+45,3%), confermandosi mercati emergenti strategici.

Dal punto di vista settoriale, crescono alimentari e bevande (+10,3%) e tessile, abbigliamento, pelli e accessori (+7,8%), mentre soffrono diversi comparti metalmeccanici: macchinari e apparecchiature (-4,3%), prodotti in metallo (-2,0%), computer e apparecchi elettronici (-1,7%) e mezzi di trasporto (-0,4%). Unico segnale positivo all’interno della filiera metalmeccanica è la metallurgia (+1,4%).

Due province, due traiettorie

Nel primo semestre 2025 Brescia si colloca al sesto posto nazionale per valore delle esportazioni (10.382 milioni), subito dietro a Milano (29.867), Firenze (15.905), Torino (13.146), Vicenza (11.352) e Bergamo (10.819). Dal lato del saldo commerciale manifatturiero, invece, Brescia (4.692 milioni) mantiene la terza posizione in Italia, alle spalle di Vicenza (6.273) e Modena (6.039).

Il confronto fra Bergamo e Brescia evidenzia due traiettorie divergenti: da un lato la crescita robusta e orientata ai mercati extra-UE di Bergamo, dall’altro le difficoltà di Brescia, frenata dal rallentamento dei partner storici e dall’effetto cambio. Una fotografia che riflette le sfide attuali dell’export lombardo, tra opportunità sui mercati emergenti e criticità legate al quadro macroeconomico e geopolitico.

Fonti: ISTAT; Centro Studi Confindustria Brescia.

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Immagine di Giulia Chittaro
Giulia Chittaro

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