Imprese culturali e creative di Bergamo

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Nasce la sezione speciale per le imprese culturali e creative. Un riconoscimento giuridico che interessa quasi 900 realtà bergamasche e più di 1.700 addetti, rafforzando il legame tra cultura, turismo e sviluppo locale

Imprese e organizzazioni – come Fondazioni e associazioni che svolgono attività economiche – attive nei settori della cultura e della creatività possono ora ottenere la qualifica ufficiale di Impresa Culturale e Creativa (ICC), godendo così di maggiore visibilità istituzionale e della possibilità di accedere a bandi e misure di sostegno dedicate.

Per ottenere la qualifica di ICC, l’attività prevalente dell’impresa deve rientrare in uno degli ambiti culturali e creativi previsti dalla normativa, descritti da specifici codici ATECO. Il perimetro delle attività riconosciute è ampio e tocca diversi mondi. Dalla moda, al design e all’architettura, passando per la pubblicità e i videogiochi, fino a cinema, televisione, radio, editoria e musica registrata. Non mancano le arti visive – pittura, scultura, fotografia, arte contemporanea – e le arti performative, dal teatro alla danza fino ai concerti dal vivo.

Per la provincia di Bergamo, l’apertura della sezione speciale si rivolge a ben 900 realtà locali che già possiedono le caratteristiche per iscriversi, impiegando più di 1.700 addetti.

Iscriversi come Impresa Culturale e Creativa (ICC) permette di utilizzare ufficialmente questa dicitura nella denominazione sociale, acquisendo uno specifico elemento di riconoscimento. L’iscrizione offre infatti maggiore visibilità e trasparenza, grazie alla presenza in una sezione speciale del Registro delle imprese che funge da vera e propria “vetrina ufficiale”, rendendo l’impresa facilmente individuabile da partner, enti pubblici, operatori e finanziatori.

A questo si aggiunge l’accesso a incentivi e agevolazioni dedicate – come i contributi in conto capitale previsti dalla legge quadro “Made in Italy” (fino al 2033 è dotata di 3 milioni di euro annui di finanziamento) o quelli del programma “Innovacultura 2″, promosso da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Fondazione Cariplo (3 milioni di euro per il 2025) nonché possibili benefici fiscali sui progetti culturali. La qualifica ICC porta inoltre a una valorizzazione dell’immagine e del posizionamento, aumentando la reputazione e la percezione di affidabilità delle imprese, e garantisce l’inserimento in reti istituzionali, attraverso i flussi informativi che le Camere di commercio trasmettono al Ministero della Cultura, facilitando il dialogo con le amministrazioni.

Non si tratta dunque di un mero adempimento burocratico, peraltro non obbligatorio, ma di un passo per la valorizzazione dell’impresa che opera nell’arte, nello spettacolo, nel design, nella comunicazione e in tutti i settori dove creatività e cultura si trasformano in valore economico e sociale.

Da ultimo, questo riconoscimento trascende la rilevanza per la singola impresa, in quanto dialoga con il settore turistico e culturale, promuovendo l’immagine del territorio e rafforzando l’attrattività dei luoghi, come strumento per far crescere l’economia creativa accanto a quella manifatturiera, espressa dall’industria e dall’artigianato.

L’iscrizione, riservata ai soggetti già registrati nel Registro delle imprese o nel REA, avviene tramite una pratica telematica ora disponibile sul portale DIRE. Per agevolare l’iscrizione, la Camera di commercio mette a disposizione il servizio di assistenza (SARI: Supporto Specialistico Registro Imprese) e un manuale operativo per l’invio telematico. La qualifica è stata introdotta in attuazione della legge 27 dicembre 2023, n. 206 ed è disciplinata dal decreto ministeriale n. 402 del 25 ottobre 2024.

Commenta il presidente Giovanni Zambonelli:Il comparto culturale e creativo bergamasco rappresenta una componente significativa dell’economia locale. Sono imprese che non generano soltanto ricchezza diretta, ma anche valore immateriale, rafforzando l’identità culturale della provincia e rendendola più attrattiva per turisti, investitori e talenti creativi. Con il riconoscimento della qualifica, si valorizza un importante fattore di diversificazione, che integra le filiere tradizionali presenti nel territorio con servizi innovativi legati al design , alla comunicazione, all’arte e al patrimoni o”.

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Immagine di La Redazione
La Redazione

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