di Vito Troiano, Ufficio stampa Afol Metropolitana
Oggi uno dei problemi seri del mercato del lavoro è trovare le persone giuste con le competenze giuste. Inoltre, siamo uno dei Paesi col più alto tasso di inattività: abbiamo un bacino potenziale di occupati straordinario, che non sfruttiamo. Proviamo a chiederci perché in Italia esiste, più che negli altri Paesi, questo mismatch fra domanda e offerta
Sicuramente uno degli anelli deboli è stato ed è quello di abbandonare la struttura della formazione professionale. Il nostro Paese, purtroppo, ha preso una brutta piega evidenziando il punto di equilibrio sulla parte bassa di domanda e offerta, collocandoci come subfornitori, come terzisti, senza andare a produrre laddove c’è il vero valore aggiunto. Quando ci si colloca sulla parte bassa, inevitabilmente si investe poco in ricerca e sviluppo e in lavoro e ci si ritrova a competere con i Paesi in via di sviluppo, tagliando così la crescita salariale e le prospettive di livello in termini di carriera. Non dobbiamo stupirci se i nostri ragazzi si guardano attorno e vanno dove vengono pagati di più, solo perché le imprese hanno più marginalità.
Tuttavia, il problema della struttura salariale del lavoro italiano non è tanto sui minimi che sono più o meno allineati: il problema è che noi abbiamo troppe persone concentrate sulla fascia minima, e non si riesce a fare carriera. A questo si va ad aggiungere la piaga del lavoro nero. Lavoro nero che incide per oltre il 20% del PIL: è un problema gigantesco e fa concorrenza sleale a chi invece assume in modo regolare. Questa voragine del lavoro nero ci sta facendo molto male. I numeri sull’occupazione sono positivi, la tendenza è positiva: nel giro di una decina d’anni si è raggiunto 78% il tasso di partecipazione al lavoro. La qualità del lavoro però continua a essere non di livello europeo: si è vero che abbiamo più occupati, ma non abbiamo fatto quello scatto che avremmo dovuto fare in termini di valore aggiunto, cioè di qualità del lavoro.
Questo lo si riscontra anche perché il nostro tessuto imprenditoriale non fa massa critica. Negli altri Paesi si investono molte risorse nelle nuove tecnologie mentre in Italia, purtroppo, questo non accade; perché la struttura imprenditoriale del nostro Paese è costituita per la maggior parte di piccole imprese che non possono fare questo tipo di investimenti e quindi viene meno la crescita in qualità. La politica ha la sua quota parte di responsabilità ma non tutta, perché non è soltanto una questione di quanto spendiamo, ma di come spendiamo. Il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) ha significato una poderosa quantità di risorse come non abbiamo mai avuto in precedenza. Risorse per lo più destinate alla formazione professionale, ma il problema è che al momento queste risorse che abbiamo ricevuto e abbiamo a disposizione non sono state spese bene. Non sono state spese per la buona formazione.
Come Afol Metropolitana, (Agenzia-Formazione-Orientamento-Lavoro) della città metropolitana di Milano, abbiamo un ventaglio formativo molto mirato per andare a sod disfare così le esigenze del territorio. L’istruzione Tecnica Superiore (ITS) si concretizza in percorsi post diploma che offrono una formazione tecnica altamente qualificata. I corsi (ITS) sono realizzati in collaborazione con imprese, università, centri di ricerca ed enti locali per sviluppare nuove competenze in aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo economico e per la competitività del Paese. Ordinata secondo il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione costituita da imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo, la formazione tecnica superiore è espressione di una nuova strategia che unisce le politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali, allo scopo di diffondere la cultura tecnica e scientifica e sostenere le politiche attive del lavoro e l’occupazione. Accedono ai percorsi ITS e IFTS, a seguito di selezione, i giovani in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore, interessati all’inserimento qualificato nel lavoro. I corsi ITS sono articolati in quattro semestri (1800/2000 ore), prevedono il 30% di attività in azienda e si concludono con un esame per la certificazione delle competenze. Il titolo rilasciato è “Diploma di Tecnico Superiore” corrispondente al V livello del quadro europeo delle qualifiche-EQF. Gli IFTS si articolano, invece, in due semestri (800/1000 ore) e si concludono con un esame per la certificazione delle competenze. Il titolo rilasciato è un certificato di “Specializzazione Tecnica Superiore” corrispondente al IV livello del Quadro
europeo delle qualifiche-EQF.
Afol Metropolitana attraverso i propri Centri di Formazione Professionale in collaborazione con Fondazioni ITS, organizza corsi di specializzazione tecnologica nei settori dell’informatica, meccatronica, moda, grafica e comunicazione, finalizzati all’inserimento lavorativo. Grazie agli operatori specializzati di Afol, si cerca di essere il più oculati possibili e di rispondere al meglio alle esigenze del territorio, anche per non disperdere e sperperare i finanziamenti che l’Unione Europea, MIUR e Regione Lombardia erogano.
Per quanto riguarda la formazione continua e permanente soprattutto in età adulta, è infatti fondamentale, per acquisire nuove competenze necessarie e per affrontare le sfide e i cambiamenti che il contesto economico impone, favorire l’inclusione sociale, facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro di giovani e disoccupati, permettere la crescita delle imprese grazie al continuo aggiornamento delle skill dei lavoratori.




