Produzione bergamasca in ripresa

Share

Produzione bergamasca in ripresa: torna a crescere l’industria, accelera l’artigianato

Il terzo trimestre 2025 registra un deciso miglioramento degli indicatori congiunturali delle imprese manifatturiere attive in provincia: la produzione torna a crescere su base annua nell’industria (+1,2%) e accelera ulteriormente nell’artigianato (+5,8%). Anche le variazioni su base trimestrale mostrano segno positivo (+0,3% per l’industria e +1,2% per l’artigianato), consolidando i segnali di ripresa già emersi nel secondo trimestre. Fatturato e ordinativi confermano il rasserenamento del quadro, mentre le aspettative degli imprenditori, pur in un contesto molto incerto, evidenziano qualche timido progresso.

Le imprese dell’ industria attive in provincia di Bergamo (con almeno 10 addetti) hanno registrato un incremento della produzione su base annua del +1,2%: si tratta del migliore risultato degli ultimi due anni e mezzo, segnalando una svolta dopo una lunga fase negativa. La successione delle variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, evidenzia come il progresso fosse emerso già a primavera (+0,5%), trovando poi conferma nel periodo estivo (+0,3%). Se gli ultimi tre mesi dell’anno dovessero confermare la crescita registrata nel terzo trimestre, il 2025 si chiuderebbe con una variazione complessiva sostanzialmente nulla, interrompendo così la caduta del biennio precedente.

Analizzando la media dei primi 9 mesi del 2025, risalta il contributo negativo della meccanica, il settore più rilevante dell’industria provinciale, che ha risentito della debolezza del mercato tedesco e della frenata degli investimenti internazionali. In calo anche i comparti dei mezzi di trasporto e del tessile, mentre tra i settori che hanno spinto la produzione industriale si annoverano gli alimentari, la gomma-plastica e la siderurgia.

Anche il fatturato cresce, segnando un incremento del +1,1% su base trimestrale, sostenuto da un miglioramento della domanda internazionale: la quota di fatturato estero, infatti, risale al 39,2%, recuperando quasi due punti rispetto al trimestre precedente. Gli ordini mostrano una crescita congiunturale del +1,1%, confermando una dinamica più sostenuta del mercato internazionale e lasciando sperare in una chiusura d’anno favorevole.

Sul fronte dei prezzi si registra una dinamica stabile e abbastanza contenuta, con i prodotti finiti in crescita del +1,4% rispetto al trimestre precedente e un rallentamento nei prezzi delle materie prime (+1,1%), consentendo un recupero della marginalità. Il saldo delle scorte di prodotti finiti si riduce a +1,2 punti tra valutazioni di eccedenza e scarsità, indicando una condizione di equilibrio del magazzino.

Il numero di addetti registra una lieve contrazione, con una variazione del -0,1% tra inizio e fine trimestre, in un quadro di sostanziale tenuta dei livelli occupazionali negli ultimi due anni.

Le aspettative degli imprenditori industriali per il prossimo trimestre risultano leggermente positive sulla produzione (saldo tra previsioni di aumento e diminuzione pari a +4 punti) e sull’occupazione (+2 punti), ma ancora negative sul fronte della domanda: il saldo sulla domanda interna si attesta infatti a -14 punti, mentre per quella estera si ferma a -4 punti. Tuttavia il confronto con lo stesso periodo del 2023 e 2024 evidenzia un miglioramento anche per queste variabili: le imprese sembrano quindi cautamente ottimiste sulla possibilità di consolidare la fase di ripresa mostrata nelle ultime rilevazioni. Nonostante le prospettive poco favorevoli sul commercio internazionale verso gli Stati Uniti e la minaccia di una concorrenza asiatica sempre più agguerrita sul fronte dei prezzi, possibilità di sviluppo potrebbero giungere da una ripresa della domanda europea, in particolare grazie al piano di espansione fiscale della Germania, che rappresenta un partner fondamentale per l’industria bergamasca.

Le imprese dell’ artigianato manifatturiero bergamasco (con almeno 3 addetti) confermano, anche nel terzo trimestre, una performance più vivace rispetto all’industria: la produzione aumenta del +5,8% su base annua, un incremento che non si vedeva dall’inizio del 2023, mentre la variazione congiunturale raggiunge il +1,2% confermando il buon risultato del secondo trimestre. Il numero indice tocca così quota 125,3, il livello massimo del periodo post-Covid.

Il fatturato nel 2025 ha registrato tassi di crescita trimestrali superiori al punto percentuale: nel periodo luglio-settembre l’incremento è del +1,3%, anche grazie all’accelerazione dei prezzi dei prodotti finiti (+2,6% congiunturale). La quota di fatturato estero resta prossima al 6% (5,8%), con il mercato internazionale che continua a rappresentare una componente marginale, almeno in via diretta, per le imprese artigiane locali. Per quanto riguarda invece i costi delle materie prime, i rincari si sono stabilizzati intorno ai tre punti percentuali (+3,2%).

Gli ordini si mantengono positivi (+0,4% congiunturale), a conferma di una dinamica crescente che si protrae dalla metà del 2024: su base annua l’incremento raggiunge così il +2,8%. Le scorte di prodotti finiti indicano una prevalenza di valutazioni di scarsità rispetto a quelle di esuberanza (saldo pari a -5,5 punti), in linea con quanto registrato nei trimestri precedenti.

L’occupazione artigiana mostra un saldo positivo tra inizio e fine trimestre (+0,4%), confermando il buon andamento dei trimestri precedenti.

Le aspettative degli imprenditori artigiani per il prossimo trimestre rimangono prevalentemente negative, sebbene sul fatturato il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione (-4 punti) raggiunga il valore più elevato degli ultimi due anni e mezzo. Abbastanza stabili i valori per gli altri indicatori: -13 punti il saldo per la domanda interna, -3 punti sulla domanda estera e +1 punto per l’occupazione, unica variabile caratterizzata da un saldo lievemente positivo.

Commenta il presidente Giovanni Zambonelli: “I tentativi delle imprese di anticipare l’entrata in vigore dei dazi statunitensi potrebbero aver favorito l’andamento del trimestre, ma non possiamo che rallegrarci di questi risultati. Registrando la migliore crescita produttiva degli ultimi due anni e mezzo, l’industria interrompe la fase di calo. Anche l’artigianato si distingue per dinamismo e resilienza, segnando con l’accelerazione della produzione il massimo livello del periodo post-Covid. Rimangono difficili le prospettive per una manifattura penalizzata dalle barriere commerciali e dalla concorrenza delle merci asiatiche a basso costo, tuttavia notizie più incoraggianti sono attese dal mercato europeo, che dovrebbe beneficiare dell’espansione fiscale tedesca.”

 

condividi su:

Immagine di La Redazione
La Redazione

Leggi anche

Vuoi ricevere le nostre ultime news? Iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato

ARTICOLI PIÙ LETTI
ULTIMI ARTICOLI